La Lega Nord ha da sempre operato per la divisione dell'Italia ed invece di incorrere nelle previste e doverose sanzioni di legge, ha avuto il sostegno di Bertlusconi perchè necessaria alla maggioranza di governo.
L'opposizione della Lega ai festeggiamenti del 17 marzo 2011, mette in evidenza il reale contenuto del “patriottismo” di La Russa e soci: vuota retorica reazionaria e guerrafondaia in contrasto con la Costituzione ed il Risorgimento, retorica pronta a soprassedere alle posizioni antinazionali della Lega per squallidi interessi di poltrone governative.
La contraddizione delle missioni di “pace” del nostro esercito con l'articolo 11 della Costituzione è chiara come il sole.
Così come lo è la contraddizione tra il vuoto “patriottismo” della destra con la sudditanza del nostro governo al dictat statunitense ed alle ingerenze della gerarchia cattolica.
Ma tali posizioni contrarie alla nostra indipendenza nazionale non sono nate con l'attuale governo: una breve analisi storica ci mostra che il Risorgimento, al di là delle mire espanzionistiche della monarchia piemontese, fu un movimento di massa ed i sui dirigenti a partire da Garibaldi, furono progressisti e popolari.
Un movimento di massa di rivalsa contro invasori e tiranni, che fu peró usato dalla nobiltá piemontese e italiana tutta. Le differenze tra quello prodotto dall'unificazione dell'Italia e quello che fu la Comune di Parigi del 1871 sono infatti enormi. Non ci dimentichiamo l'analisi di Gramsci e il fatto che la borghesia industriale consideró il meridione come prima colonia, non come parte integrante del nuovo Stato, in barba purtroppo a Garibaldi, Mazzini e Salvemini.
Il Risorgimento si collega con un filo rosso alla Lotta di Liberazione Antifascista: i partigiani come gli eroi risorgimentali morirono al grido di VIVA L'ITALIA, combatterono contro l'oppressione straniera e contro la reazione, nel primo caso contro il fascismo asservito al nazismo tedesco, nel secondo contro i sovrani assoluti degli staterelli italiani, contro la dominazione austriaca, contro il regime teocratico-medioevale dei papi.
Non a caso nel 1911 il Vaticano ostacolò in ogni modo i festeggiamenti del cinquantenario dell'unità d'Italia perchè la “libera” chiesa in libero Stato rimpiangeva il potere temporale perduto, rimpiangeva lo stato PONTIFICIO TEOCRATICO ED ASSOLUTISTICO, NON ERA SODDISFATTA DI ESSERE LIBERA di esercitare la sua influenza morale e religiosa, pretendeva il potere che gli era stato strappato con la Breccia di porta Pia.
Fortunatamente per le gerarchie cattoliche arrivò “l'uomo della provvidenza” (Mussolini) che con i patti lateranensi assicurò privilegi economici e giuridici alla Chiesa, asservì la scuola pubblica al Vaticano riconoscendo all'insegnamento della dottrina cattolica la posizione di “fondamento e coronamento dell'istruzione pubblica”.
La collusione del Vaticano al regime fascista toccò il culmine con l' ”opposizione” reticente e velata alle leggi raziali e con la persecuzione degli ebrei (senza nemmeno aver fatto finta di opporsi alla persecuzione dei nemici politici del fascismo).
L'asservimento dello Stato Italiano a quello Pontificio simboleggiata dall'onnipresente crocifisso nelle scuole e negli uffici pubblici continua a vincere e prosperare nel dopoguerra e trova nella Democrazia Cristiana il suo fido scudiero.
Questo percorso storico permette di capire il cambiamento della posizione del Vaticano nei confronti dello Stato italiano: non più opposizione reazionaria ad uno Stato liberale e laico, ma benevolenza e paterno amore verso uno Stato asservito alle gerarchie ecclesiastiche.
L'indipendenza nazionale, la laicità dello Stato, la più ampia libertà religiosa ed il rifiuto di qualsiasi privilegio a religioni che di fatto divengono religione di Stato devono divenire battaglie di progresso non solo estranee a inopportune guerre di religione, ma necessarie ad una autentica libertà di pensiero, sia religioso che agnostico, che ateo.
Come Gramsci mise in evidenza, la questione Cattolica é peculiare per la storia contemporanea del nostro paese ed i progressisti, i comunisti a maggior RAGIONE, devono far leva su ciò che unisce la dottrina cattolica agli ideali ed ai propositi di uguaglianza e lottare contro l'integralismo religioso asservito ai potenti e funzionale alla reazione.
Orlando Simoncini
Seg. PRC – FdS Castelfiorentino - Montaione