Inquinamento della catena alimentare causato dalle emissioni degli inceneritori, interrogazione di Sgherri. Sgherri:”la Regione intervenga con celerità, si è già perso troppo tempo”. Interrogazione in aula la settimana prossima.
Non ipotesi ma certezze: anche nella nostra regione ci sono aree in cui è stata fortemente inquinata la catena alimentare a causa delle emissioni da inceneritori, e questo ormai da mesi.
Di conseguenza la Regione intervenga per evitare – o almeno fermare - il consumo e la commercializzazione degli alimenti inquinati che possono recare grave danno alla salute umana, si è perso già troppo tempo.
Così Monica Sgherri – Capogruppo di Rifondazione Comunista Sinistra Europea in Consiglio Regionale in merito all’interrogazione oggi presentata alla Giunta Regionale con la quale si chiede quali azioni intenda mettere in atto la Regione in caso di inquinamento nella catena alimentare causato da emissioni provenienti da impianti inquinanti. L’interrogazione verrà discussa nella prossima seduta del Consiglio, la settimana prossima
Non sono solo ipotesi – prosegue Sgherri – ma fatti accertati: sia nell’area dove si trova l’inceneritore di Montale (PT), dove son state trovate altissime concentrazioni di diossina nelle carni di pollo, sia nel torrente Baccatoio – presso l’impianto di Falascaia nel Comune di Pietrasanta (LU) – dove la popolazione è dedita all’emungimento di acqua e alla pesca.
La Regione deve quindi mettere in campo ogni azione per evitare o almeno fermare il cibarsi (si tratti di consumo diretto o commercializzazione) di capi alimentari inquinati, sia con azioni dirette sia intervenendo presso gli enti locali interessati i quali – a quanto ci consta – nei casi suddetti non ha emesso nessuna ordinanza in tal senso.
Ritengo inoltre che non ci si possa fermare alla predisposizione “estemporanea” di azioni a seguito di casi accertati ma che la Regione debba anche prevedere monitoraggi costanti sui territori dove insistono gli impianti inquinanti e procedure celeri e standardizzate di intervento qualora si registrassero in futuro valori inquinanti al di sopra dei limiti di legge sul terreno e sui capi alimentari, al fine di bonificare le aree e di evitare commercializzazione e consumo dei medesimi capi.
Casi come Montale e Falascaia, in cui non si è fatto nulla per mesi, non sono infatti più tollerabili.
In allegato il testo dell'interrogazione presentata.
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